Pienone: "Sulle tracce del pane.. passato e presente".

12/01/2008
La seconda guerra mondiale portò anche nel Savuto una carestia senza precedenti. Gli unici a poter in qualche modo arginare questi tempi economicamente difficili furono i piccoli e grandi proprietari terrieri. Il pezzo di terra diventò, infatti, un tesoro di ineguagliabile valore. Proprio dai campi arrivò la speranza per la sopravvivenza di intere famiglie.

«L’alimentazione –racconta la signora Franceschina Stumpo in un opuscolo curato dall’associazione santostefanese Acli, all’interno del quale si tracciano attraverso testimonianze i momenti salienti di quel tempo – dipendeva da quello che la terra offriva e il pane era l’alimento base. Generalmente si mangiava il pane miglinu, il pane di farina e miglio, il pane di castagne e la pizza di lupini che veniva chiamata pizza, ma in realtà era a forma di ciambella. Questa pizza era talmente ruvida e secca che raschiava la gola perciò si beveva molta acqua per mandarla giù. Il pane di farina bianca si mangiava solo a Natale e Pasqua». A Santo Stefano di Rogliano, lo scorso 6 settembre, si è voluto ripercorrere questo difficile periodo. Un evento particolare ed attrattivo dal titolo “Sulle tracce del pane…passato e presente”promosso dall’Associazione Acli, presieduta dall’insegnante Carla Lupia e patrocinato dall’amministrazione comunale guidata da Antonio Orrico nonché dall’amministrazione provinciale e regionale. La trebbiatura del grano, classica attività conclusiva del raccolto, effettuata con antichi macchinari, ha riportato magicamente l’atmosfera al passato, quando i momenti irti di ostacoli cadevano nell’oblio seppur per poche ore per cedere il passo a momenti di pura letizia. I santostefanesi hanno presenziato in massa a questa rivisitazione resa ancora più reale dalla presenza dei buoi, adibiti a trascinare una grossa pietra e la caratteristica trebbia con la testa di cavallo. Il passato è stato così coniugato al presente attraverso un filo sottile, l’antico forno, riferimento dei vecchi del posto, che ancora sopravvive agli eventi del tempo. Se il passato è fonte di emozioni e coinvolgimento, ancor di più lo è il presente. Un presente ben allestito lungo Viale della Repubblica, il caratteristico vicolo del Canto. Esposizione e degustazione dei moderni prodotti da forno, mostra fotografica per ripercorrere immagini sbiadite ma non cancellate della Santo Stefano che fu, esposizioni di farina, grano e vecchi attrezzi agricoli e la partecipazione importante dell’Istituto Professionale Statale per l’Agricoltura di Scigliano. La manifestazione, giunta alla sua terza edizione, ha continuato a dare il meglio di sé nel corso della serata, quando gli stands gastronomici hanno deliziato i palati di un numero consistente di autoctoni e visitatori provenienti dall’intera provincia. La musica di Fausto Guido e i cantori cosentini è stata di grande impatto e coinvolgimento annullando la distanza con il pubblico. Una sorta di gran festa sull’aia. Il presidente Lupia ora è già proiettato verso la quarta edizione di questa rassegna dal sapore tutto arcaico. Intanto si gode insieme al team e al suo primo cittadino un meritato successo.«Dietro questo evento c’è stato tanto lavoro –ha dichiarato - però rimane la soddisfazione delle persone che hanno avuto la possibilità di riscoprire il passato».

di FRANCESCA GABRIELE